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Termotecnici ed ingegneri di Milano e Monza Brianza offrono supporto e consigli GRATUITI per tutte le province quanto a categorie della termodinamica applicata su impianti.
Qui troverai tutti i tipi di impianti idraulici eseguiti o eseguibili dagli idraulici professionisti di idraulicoin.it.
Interventi idraulici suddivisi per tipologia di intervento o tipologia di impianto idraulico.
Era meglio quando si stava peggio?
Pro e contro dell'impianto fatto ed installato negli anni passati.
L'invenzione degli impianti o comunque della conduzione di acqua prende forma e si urbanizza esponenzialmente in tutta Italia in questi anni grazie alla grande volontà del popolo italiano di ricostruire, di ricominciare, specie dopo anni pesanti appena trascorsi, in tutti i sensi.
Tanto è vero che dal 1990 in poi sono arrivati sulla piazza i nuovi materiali, attualmente in opera, sebbene fino a questi anni il lavoro dell'idraulico sia stato ben diverso.
Le tubazioni ed i raccordi cominciano ad essere prodotti in:
- PVC, specie per gli scarichi che prima del '90 erano in piombo;
- PE (polietilene), per la conduzione di acqua potabile;
- TF (termofusion), un materiale in polimeri plastici saldabile e giuntabile con una piastra a circa 260°C, la maggiorparte di queste tubazioni è di colore verde;
- Multistrato (o Pexal) per la conduzione e la posa di impianti sanitari e termici.
Rimangono impianti in ferro per il gas, seguito dal rame.
Viene quasi del tutto abbandonato il ferro, il rame (tranne per le serpentine) e l'ottone, soprattutto nelle giunzioni, sostituite da leghe nuove e sistemi di tenuta molto più leggeri ed economici.
Uno dei "pro" a favore dei vecchi impianti era la resistenza e la durata, parlando invece di svantaggi dobbiamo elencare purtroppo una maggioranza di fattori:
- installazione molto faticosa, si pensi solo alle filiere filettatrici enormi ed al peso del ferro, piombo o rame utilizzati per realizzare tali impianti;
- facile corrosione ed attacco da parte di ruggine e calcare;
- mancanza del dimensionamento, con conseguenti scompensi possibili di portata, pressioni dinamiche, diminuzioni impreviste di flusso in uscita o malfunzionamenti dovuti a perdite di carico, con conseguente calo di pressione.
I tecnici, purtroppo anche molti non qualificati, installatori di impianti idrici sanitari e termici eseguivano la posa delle tubazioni in forma molto più artigianale, creando di fatto la rete di tubi occupandosi di creare anche ogni singolo filetto (maschio o femmina) dopo aver sezionato accuratamente il tubo in ferro. Piegavano i tubi in ferro con la tecnica della "sabbia": riempiendo la sezione da curvare e scaldandola fino ad ammorbidirla per ottenerne il grado di inclinazione desiderato.
Modellavano il piombo per gli scarichi sanitari e molto altro..
Un grazie và a loro per gli immani sacrifici che hanno fatto in questo recente passato, sono impianti che ritroviamo tutt'oggi in moltissimi appartamenti civili, impianti sanitari e quelli di riscaldamento, ad oggi ancora abbastanza buoni e funzionanti.
Come dicevamo sopra la mancanza di dimensionamento degli impianti fa nascere l'esigienza della progettazione da parte di tecnici abiitati ed ingegneri, per evitare situazioni e problemi visti in questi anni dove un idraulico prendeva un determinato tubo, fornito di un certo diametro, lo stesso che veniva portato ad esempio in luoghi più lontani o addirittura con errori di grandezza della sezione interna.
Non si consideravano i parametri dell'acqua, della corretta posa e manutenzione dei materiali al riparo dall'usura.
Gli anni '90 hanno pertanto portato consiglio, sebbene ci siano stati infiniti errori dovuti alla mancanza di normative e casi di pericolo per la mancanza di sicurezza sul lavoro.
A seconda della modalità di posa, dei raccordi, dispositivi utilizzati e delle caratteristiche di acqua (come la durezza) possiamo stimare una durata media degli impianti suddividendoli in impianti antecedenti il 1990 e dopo il '90.
La resistenza del ferro e la sua esponenziale produzione industriale degli anni passati ha dovuto purtroppo fare i conti col tempo che ne ha evidenziato i punti deboli in tema di durevolezza nel tempo.
Questo a causa di:
- mancanza di competenza nella progettazione;
- poca conoscenza dei parametri e comportamenti dell'acqua;
- mancanza di manutenzione/controlli.
Gli impianti antecedenti il 1990 presentano quasi tutti sicuramente situazioni di corrosione o di reazioni elettrolitiche interne che ne hanno mdificato, sporcato e talvolta compromesso l'interno.
Se potessimo stimare una durata massima per un utilizzo ottimale di un impianto vecchio in ferro, posato al massimo negli anni '90, possiamo circoscrivere la durata della tubazione in un "range" di tempo che va dai 50 agli 80 anni.
Dopo il '90 si cominciarono ad alleggerire i carichi in generale, sia per il peso vero e proprio dei materiali nuovi, che per la facilità con cui questi oggi si possono collegare, installare.
A dirla proprio tutta non conosciamo il futuro e la tenuta che avranno questi nuovi impianti, possiamo prevederlo constatandone la tenuta attuale, com'è altrettanto vero che sono in esercizio solo da 20-30 anni al massimo, staremo a vedere..
La durata stimata è comunque superiore a quella del ferro, intorno ai 100-150 anni, in condizioni "medie" di esposizione e destinazione d'uso civile/residenziale. In buona sostanza molto dipenderà e varierà in funzione della durezza dell'acqua, dalla pressione nella rete, del dimensionamento dell'impianto, dal mancato o eccessivo utilizzo dei dispositivi idraulici e quali soprattutto.
Molte variabili sì, tutto sommato anche molte variabili confortanti.
Un termotecnico è pronto ad aiutarti sugli impianti anni '90
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Guarda anche:
Il cuore di un sistema di irrigazione da giardino è costituito dall'impianto idraulico.
L'impianto idraulico da giardino è la rete di tubazioni posate sotto e/o sopra un terreno.
L'impianto del giardino serve ad innafiare le piante e tutto il verde di un giardino privato, pubblico o condominiale, è detto anche impianto di irrigazione.
Con tale termine si fa riferimento appunto all'irrigazione del terreno, a prescindere dalla mole di terra che si vuole irrigare.
I materiali per la realizzazione sono prevalentemente il polipropilene (o polietilene) di colore nero, l'ottone e sempre più raramente il ferro, o meglio farne a meno se non al limite rivestito/coibentato per bene.
Il fatto che le tubazioni ed i raccordi siano costantemente esposti alle forti variazioni climatiche ci costringe a restringere la cerchia dei materiali adatti.
In questa pagina vediamo i motivi principali.
La prima cosa da sapere è che la pressione dell'acqua calda si può suddividere in:
-pressione statica;
-pressione dinamica.
La pressione statica restituisce un determinato valore (misurato in Bar o Pascal) quando l'acqua all'interno del sistema è ferma, dunque a rubinetti o valvole chiuse.
La pressione dinamica viene misurata mentre l'acqua si muove; questo vale per acqua sanitaria ed anche per acqua in impianti termici.
Una delle situazioni frequenti che interessano la diminuzione della pressione riguarda appunto l'acqua calda.
Perché sulla calda sì e sulla fredda no? Approfondisci qui.
I fattori principali che influiscono sulla diminuzione della pressione possono esseres differenti, ne citiamo alcuni per individuare meglio:
tratta lunga dell'acqua (fredda) che va all'apparecchio energetico (caldaia o scaldabagno) e che poi ritorna, ad esempio nel bagno, da dove era partita;
tratta vecchia (tubazione in ferro) da apparecchio a utense di acqua calda;
diminuzione della portata nei punti più alti (doccia o piano superiore);
fatica a miscelare acqua calda (troppo bollente) con fredda perché diventa subito tutta fredda, troppo;
se si apre un rubinetto di acqua calda vicino all'apparecchio è impossibile fare la doccia o lavarsi in bagno, l'acqua non arriva calda o addirittura non arriva proprio.
A partire dalla caldaia o dallo scaldabagno si parla di tubazione acqua calda.
Il fenomeno di scarsa pressione o portata dinamica di acqua, in questo caso calda, si verifica in apparenza "spontaneamente" perché di fatto non si operano alcune moodifiche agli impianti idrici se non quelle del tempo, in realtà ci sono molti agenti che intervengono e vanno dalla durezza e caratteristiche dell'acqua potabile, allo stato dei tubi, degli apparecchi ed utilizzo/manutenzione degli impianti...
Se non si tratta di sporco potrebbe trattarsi di uno scorretto dimensionamento impiantistico, che (anche se raramente) causa perdite di carico, specie se lo stesso diametro di tubazione viene riportato a piani superiori con medesimo diametro.
O anche entrambe le situazioni!
Alcune volte la situazione è localizzata solo su alcune delle uscite di acqua calda sanitaria, come la doccia, approfondisci qui.
Altri casi sono legati a strozzature volontariamente create alla riapertura delle chiavi principali d'arresto, ad esempio quando si torna dale vacanze. Riaprendo i rubinetti le maniglie di comando sembrano più dure; spesso esce anche meno acqua, qui si tratta di calcare e vi rimandiamo alla sezione trattamento acque.
Le sostanze che si formano e successivamente ostruiscono i tubi dell'acqua calda sono differenti da quelle che ci sono sulla fredda.
Sono maggiori le incrostazioni a partire dalla serpentina o scambiatore e su tutta a tubazione di acqua calda.
Scopri di più.
La prima cosa da fare è capire come "gira" l'acqua, ovvero da dove parte l'acqua fredda che va poi a diventare calda (sempre a mezzo di caldaia o scaldabagno).
Intercettate tutte le linee principali di adduzione e suddiviso l'impianto in parte fredda e calda si può provare la dinamica esclusivamente dell'acqua calda, per capire se si tratta di ostruzioni nell'impianto o di problemi su apparecchi sanitari.
La pulizia che si può effettuare sull'acqua calda, una volta verificatane la fattibilità, è quella a solventi a freddo, la più recente, sicura ed efficace sul mercato.
L'argomento è di nostra primaria specializzazione, ormai da oltre 20 anni, e teniamo a raccomandare di richiedere sempre i requisiti tecnico-professionali all'impresa che si intende ingaggiare per questo tipo di lavorazione. Intervenire sull'acqua potabile è una cosa delicata e serve un certificato obbligatoriamente.
Il lavaggio dell'impianto idraulico sanitario è possibile confortato da esperienza e professionalità; non alla portata di tutti, molto efficace se appunto la scarsa pressione è determinata dalla presenza di sporcizia di questa entità.
Spesso il fai-da-te porta a pensare o peggio ancora a tentare risoluzioni palliative come l'utilizzo di aceto, bicarbonati o sostanze improvvisate. Attenzione, si tratta dell'acqua potabile e ad oggi esistono rimedi efficaci e meno invasivi se utilizzati correttamente.
La rete deve tornare sempre potabile.
>>>Guarda anche:
Perché esce poca acqua dal rubinetto?
Lavaggio impianti idraulici: categorie
Dal 2014 fino ad oggi abbiamo valutato sempre sul posto la situazione, tuttavia esistono dei "pacchetti" offerta che abbiamo creato per dare un riferimento medio al cliente che ci guarda e che deve capire se potrà affidarsi a noi.
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Esistono molteplici tipologie di impianti idraulici e, per ognuno, esistono i relativi prezzi, come vedremo più in basso.
L'impianto idraulico di per sé ha un prezzo che può essere diviso in materiali e manodopera oppure in punti acqua.
Nel caso dei materiali e manodopera si valuteranno i prezzi all'ora per la manodopera che può essere specializzata e richiedere dei requisiti per la progettazione e messa in opera.
Guarda la differenza tra idraulico e termoidraulico.
I prezzi vanno dalle 15€ all'ora fino alle 300/400,00€ alla giornata+materiali.
Nel caso invece della quotazione "a punto" dovremo diversificare in:
- punto acqua (o punto sanitario);
- punto termico (calorifero, termoconvettore, fancoil, split);
- punto gas;
- punto giardino/irrigazione.
In tutti i casi si parte da circa 250/300€ a punto, comprensivo o meno del montaggio o allacciamento finale/installazione, ad esempio potremmo pagare la creazione di un punto acqua o gas per lo scaldabagno e decidere di farlo installare ad altra impresa, così pure per i termosifoni (punto termico), i sanitari (punto acqua) o il gas (punto gas).
Inoltre non tutti i punti acqua sono uguali, specie se presi singolarmente, per esempio:
Se decidiamo di creare o modificare un punto wc completo senza toccare le altre utenze il prezzo sale, o meglio, scende man mano che il numero dei punti aumenta. Il costo di un punto wc su cantiere sarà sicuramente inferiore rispetto ad un intervento singolo.
Se si vorrà modificare o creare da ex-novo un punto solo dell'impianto idraulico, in questo caso il water, occorrerà valutare bene i materiali che elevano ulteriormente la cifra da spendere per via della cassetta wc da sostituire, spostare o creare gli spazi necessari e fondamentali per il corretto utilizzo, il corretto deflusso, etc.
Per questo motivo ogni punto, specialmente quello del wc, ha il suo valore specifico se preso singolarmente, non farà "media" con gli altri punti dell'impianto.
Per un impianto del genere si possono spendere anche dalle 600,00€ in su, specie quando occorrono opere murarie.
Nel caso della lavatrice ad esempio il tubo di adduzione è solo uno (acqua fredda), un solo scarico e poco tempo per collegare, una volta che l'elettrodomestico si trova sul posto.
Potremo parlare di un punto molto più economico, a partire dalle 200,00€, talvolta incluso il collegamento nuova lavatrice se nella stessa giornata.
Guarda anche quanto costa una giornata di lavoro di un idraulico.
Un impianto termico può essere considerato "a punto" nel caso di:
Impianti con caloriferi o termoarredi in ghisa, ferro, alluminio per capirci. Si posano a partire sempre da circa 250,00€
Il riscaldamento a pannelli sotto pavimento o radianti, si valutano la grandezza ed i costi per le cosiddette "zone" che mediamente hanno un prezzo comprensivo di fornitura, prezzo molto variabile rispetto alla posa che segue il trend del punto riscaldamento tradizionale, costa un pò meno, tuttavia in una camera potremmo trovare suddivisioni di due o più zone per un maggior controllo dell'ambiente.
Molti si chiedono quanto può costare senza considerare le infinite variabili che attraversano questo argomento, dal civile al gas industriale o per attività lavorativa.
Le differenze rispetto ai normali punti acqua e riscaldamento passano in primis dalle normative, che talvolta vincolano la posa di impianti del gas a percorsi più intricati o passaggi ove occorrono permessi speciali da parte del condominio, dell'ASL, di enti ufficiali, per non parlare di opere murarie o nuove forniture da rappresentare progettualmente all'approvazione degli enti fornitori.
Noi comunque vogliamo darvi un prezzo, almeno di partenza, per un'installazione certificata da personale dotato dei requisiti oltre che da buone capacità ed esperienza parte dalle 300,00€ per punto.
per un preventivo o per saperne di più !!!
Saremo felici di aiutarti già al telefono, parlando con un termoidraulico abilitato.
Ti capita di ricevere meno acqua calda dall'erogatore del bagno o della cucina?
Oppure hai riscontrato un problema simile anche con l'acqua fredda?
Se da qualche tempo esce poca acqua calda o anche meno acqua fredda dai rubinetti del tuo bagno o della tua cucina probabilmente hai bisogno di un tecnico specializzato nel risanamento impianti.
Infatti, questo fastidioso problema dipende spesso da un accumulo di calcare o altri residui nelle tubature o più in generale nell'impianto idraulico.Scrivici il problema, il nostro idraulico è pronto ad aiutarti!!!
Problemi, anomalie sulla rete sanitaria, quindi impianto idraulico sanitario (bagno, scaldabagno, cucina, doccia, etc.);
I principali motivi per cui serve intervenire sull'impianto idraulico:
1- mancanza di portata di acqua fredda o calda alle utenze
2- esce poca acqua calda da un solo rubinetto
3- non arriva acqua calda solo nella doccia
4- esce poca acqua calda da tutti i rubinetti
6- blocco della caldaia con codice errore portata
La prima causa negli impianti sanitari può essere l'inutilizzo prolungato. In buona sostanza quando l'acqua rimane ferma crea maggior calcare e tende ad "indurire" o addirittura bloccare i comandi di apertura-chiusura come chiavi di arresto, rubinetti o saracinesche principali.
La seconda causa della scarsa portata di acqua calda in uscita potrebbe derivare dalla caldaia, ossia dalla parte del cosiddetto scambiatore di calore, a causa di acqua troppo dura o ferma, oltre che dall'acqua dell'impianto termico (come vedremo in basso) che passa nella parte di scambio di calore per il lato sanitario, appunto detto scambiatore. La stessa cosa avviene nella serpentina degli scaldabagni.
In questi casi troviamo poca acqua calda che esce da tutti i rubinetti, il fenomeno si palesa in maniera equa, che si tratti del rubinetto vicino alla caldaia o meno.
La terza causa esclude le due precedenti, ovvero quello che rimane oltre ai rubinetti, le chiusure principali e l'apparecchio energetico parla di IMPIANTO.
L'impianto della rete sanitaria di acqua calda potrebbe quindi essere sporco e manifestare i suoi sintomi tramite le due cause citate sopra. Qui siamo un attimo in ritardo, perché quando ce ne si accorge occorre intervenire in maniera tempestiva, efficace e soprattutto professionale.
Chiama gli idraulici professionisti di Idraulico In al NUMERO 349 21 375 91!
La sporcizia in un'impianto di acqua sanitaria, a sua volta dipende due fattori principali:
Molto dipende dai materiali di cui è costituito, infatti molto spesso la ruggine si crea come un vero e proprio strato all'interno di tubazioni in ferro, in stato di decadimento. Quindi se hai una casa o impianto sanitario antecedente agli anni 2000 (magari anche poco curato) potresti aspettarti di trovare un bel quantitativo ostruente di ruggine ed altri fanghi come la sabbia che (anche se proveniente da acquedotto ad es.) tende ad accumularsi in delle intercapedini ed ambienti porosi che crea appunto la ruggine all'interno dei tubi in ferro.
Vuol dire che maggiore è la quantità di carbonati di calcio presenti nell'acqua (soprattutto sulla tubazione dell'acqua calda) e maggiori saranno le possibilità che di depositi, di stratificazione negli anni. Come da sempre e naturalmente fà, nel corso di decenni. Nel nostro caso possiamo aggiungere che si aggrega volentieri anche alla ruggine, cristallizzando assieme. Il top del disastro auspicabile.
I primi sintomi si manifestano su un solo rubinetto, attenzione: importante il parere di un idraulico che possa subito escluderlo, prima di parlare di interventi sulla rete idrica...
La prima causa di ostruzione del rubinetto potrà essere perlopiù costituita da residui di calcare o pezzettini di piccoli detriti marrone chiaro o scuro sui filtrini/areatri/rompigetto (quando fortunatamente si incastrano lì) o nelle ipotesi peggiori nell'impianto. Prima causa la durezza, vale a dire la presenza di calcare ed altre sostanze cosiddette "pesanti" che se non vengono fatte precipitare o filtrate creano enormi disagi alla rete.
La seconda causa potrebbe essere la ruggine, insieme a tutte le scorie che potrebbero provenire dall'acquedotto o dall'adduzione primaria condominiale.
Prima di decretare la diminuzione dell'acqua calda dai rubinetti attribuita all'impianto occorre fare delle verifiche, a seguito delle quali troviamo delle soluzioni.
La prima verifica può essere provare ad aprire il rubinetto più vicino alla caldaia o scaldabagno (vedi disegno).
In questo modo andiamo a capire se l'apparecchio in questione funziona per tratti differenti o più brevi, proprio perché la caldaia generalmente si trova in cucina. Se l'apparecchio si trova in altre ubicazioni cercare il punto o rubinetto di acqua calda più vicino al rubinetto problematico.
Verificare bene se i due rubinetti aperti singolarmente o contemporaneamente cambiano la loro portata.
Questo è un elemento MOLTO UTILE che potreste comunicare ad un esperto per individuare la causa.
Non esce poca acqua ma il fenomeno è molto accentuato solo nella doccia, in questo caso bisogna capire se:
- il miscelatore della doccia è quello ad incasso e non è stato cambiato o mai pulito;
- il rubinetto della doccia ha il regolatore di temperatura termostatico rotto o molto duro;
- si tratta di una doccia in muratura o di una cabina doccia;
- la tubazione che arriva alla doccia è molto più lunga (a partire dalla caldaia) rispetto alle altre tubazioni;
In questi casi, anche fosse solo dela sporcizia, come ruggine e calcare, si dovrebbe comunque intervenire perché quando l'impianto comincia a bloccarsi o solo a "rallentare" in alcuni punti, la sua tubazione di provenienza comincia ad "abituarsi" a questa portata/passaggio dinamico dell'acqua.
NIENTE PAURA
Sarà sufficiente un parere tecnico, un pizzico di fortuna nel trovare il tecnico giusto, un bel pò di esperienza.
Questo per scagionare subito ogni eventualità e risparmiare sui tempi e costi.
Qui facciamo un piccolo passo indietro, anche verso gli impianti sanitari, perché il fatto che arrivi poca acqua calda solo in doccia potrebbe non dipendere da apparecchi, caldaia o scaldabagno.
In poche parole se si tratta solo della doccia, spesso anche la più "lontana" dagli apparecchi termici, è difficile pensare che appunto la caldaia o lo scaldabagno possano in qualche modo "decidere" o come dire, "essere discriminanti" verso la doccia in fatto di partenza o no della fiamma. Difficilmente gli apparecchi decidono di partire per alcune utenze e per altre no, qui c'entra qualcos'altro..
Potrebbe essere colpa di qualche componente interposto e/o sporco tra doccia e apparecchio oppure l'impianto.
Una volta verificato se la mancanza di portata di pressione si verifichi su uno o più rubinetti si deve considerare (o comunicare ad uno bravo...) in quali casi specifici, in che modo o semplicemente se lo scaldabagno non parte, non si accende, e se questo succede in concomitanza degli scompensi di pressione in determiati rubinetti.
Se la pressione dell'acqua non è sufficiente a far capire all'apparecchio, dare il consenso, comunicare insomma che si vuole acqua calda, lui non partirà.
Codice di anomalia che segnala qualcosa di inerente al passaggio dell'acqua o situazioni in cui l'acqua fatichi a scaldarsi correttamente, con ripetuti spegnimenti/accensioni della caldaia in automatico, potrebbe trattarsi di eccesso di calre nella parte termica dell'apparecchio, tale per cui non si riesce a stare nel "range" di calorie da trasferire all'acqua sanitaria perché servirebbero più calorie per poter trasferire le calorie giuste, ma le temperature vengono controllate e giustamente limitate dalla caldaia che si ferma o si blocca.
Se ti ritrovi in una di queste situazioni elencate potresti aver bisogno di un risanamento idraulico, più comunemente conosciuto come Lavaggio.
Il lavaggio che Idraulico In effettua quotidianamente da molti anni è molto spesso un risanamento da calcare, con una pulizia a mezzo di solventi specifici e personale qualificato e con esperienza nella lavorazione specialistica di lavaggio della rete sanitaria.
Si andrà quindi a rimuovere tutta la ruggine ed il calcare ad un certo stadio, sciogliendo e successivamente proteggendo l'interno della tubazione.
Per saperne di più, clicca qui.
Una tecnica abbastanza spartana sebbene utile per capire meglio è quella di aprire almeno due o più rubinetti sul lato della calda appunto.
Aprendo più di un rubinetto potremo accentuare il segnale di richiesta all'apparecchio, se questo parte allora possiamo escluderlo dalle ipotesi.
Un'altra verifica molto valida è quella di SCOLLEGARE l'acqua calda da sotto l'apparecchio per vedere effettivamente quanta acqua calda esce, proprio appena dopo la sua produzione.
ATTENZIONE: questa manovra è PERICOLOSA, verificare sempre prima il corretto funzionamento delle chiusure principali dell'acqua o AFFIDARSI AD ESPERTI.
Tra le soluzioni più professionali per verificare e rimediare alla scarsa portata di acqua calda possiamo controllare ogni singola parte, contattando un tecnico abilitato, il quale sarà in grado in primo luogo di isolare le varie componenti idrauliche citate ed effettuare manovre come l'inversione (o controlavaggio) dell'acqua calda, facendo un "by-pass" ottenendo una percorrenza inversa dei flussi sul lato della rete sanitaria di acqua calda.
Altra soluzione potrebbe essere quella di verificare se la sporcizia, come ruggine e calcare, si è depositata nei filtrini delle cartucce dei rubinetti. Anche questa operazione è da affidare ad esperti.
La migliore soluzione è la pulizia degli impianti e dispositivi.
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Come forse pochi ancora sanno, una parte dell'acqua utilizzata per il riscaldamento (impianto termico) viene utilizzata di passaggio nello scambiatore per trasferire il calore nell'acqua sanitaria, senza mai toccarla, viene chiamata acqua tecnica e viene fatta circolare solo nella caldaia.
2- Malfunzionamenti sulla rete termica (termosifoni, caldaia, impianto climatizzazione).
I problemi dell'impianto termico, o di riscaldamento nel caso di caloriferi o riscaldamento a pavimento, sono raggruppabili insieme a quelli di climatizzazione invernale/estiva in generale, incluso caldaie e climatizzatori.
Tuttavia i disagi che possono avvenire in un impianto di riscaldamento tradizionale sono quasi sempre legati all'elettronica (ossidazioni, corto della scheda, etc.) oppure deterioramento temporale ..che a nostro avviso è molto molto generico, sebbene riconducibile a due fattori principali:
1- mancanza di manutenzione;
2- non conformità di installazione.
Entrambi i fattori creano sporcizia ed invecchiamento precoce, vediamoli..
Lasciare che sia sempre la stessa acqua a girare nei caloriferi (talvolta vecchi) per anni, evitare i controlli periodici o peggio ancora le pulizie regolari di caldaia possono essere determinanti per la creazione di residui calcarei ed ossidi soprattutto nelle parti più strette e sottoposte a maggior calore rispetto a tutto l'impianto, in buona sostanza dalla caldaia in poi.
La situazione errata in cui si trovano apparecchi e/ dispositivi termici e dove non vi sono le norme che ne consentono l'esercizio possono creare comportamenti anomali del sistema intero di riscaldamento, parliamo di anomalie quali blocchi della caldaia, mancanza o scorretta distribuzione del calore o peggio ancora dell'acqua calda.
Il lavaggio impianto di riscaldamento è molto più semplice ed intuitivo, ovvero si provvederà a lavare con pompa esterna e solventi a freddo con viraggio di coore (che ci dicon quando il solvente è esausto), in pochissime ore e con risultati sempre termoispezionabili (prima e dopo). Approfondisci qui.
Hai una circostanza in cui ti ritrovi, molto simile o con alcuni particolari differenti?
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Abiti a Monza o nella Brianza e cerchi un tecnico specializzato nel risanamento impianti?
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I due principali motivi per cui serve intervenire sull'impianto idraulico:
1- Problemi, anomalie sulla rete sanitaria, quindi impianto idraulico sanitario (bagno, scaldabagno, cucina, doccia, etc.);
2- Malfunzionamenti sulla rete termica (termosifoni, caldaia, impianto climatizzazione).
La sporcizia in un'impianto di acqua sanitaria, a sua volta dipende due fattori principali:
Molto dipende dai materiali di cui è costituito, infatti molto spesso la ruggine si crea come un vero e prprio strato all'interno di tubazioni in ferro, in stato di decadimento. Quindi se hai una casa o impianto sanitario antecedente agli anni '2000 (magari anche poco curato) potresti aspettarti di trovare un bel quantitativo ostruente di ruggine ed altri fanghi come la sabbia che (anche se proveniente da acquedotto ad es.) tende ad accumularsi in delle intercapedini ed ambienti porosi che crea appunto la ruggine all'interno dei tubi in ferro.
Vuol dire che maggiore è la quantità di carbonati di calcio presenti nell'acqua (soprattutto sulla tubazione dell'acqua calda) e maggiori saranno le possibilità che di depositi, di stratificazione negli anni. Come da sempre e naturalmente fà, nel corso di decenni. Nel nostro caso possiamo aggiungere che si aggrega volentieri anche alla ruggine, cristallizzando assieme. Il top del disastro auspicabile.
La prima causa di ostruzione del tubo e successivamente dei rubinetti tende ad essere essere perlopiù lo sporco derivante da calcare o pezzettini di piccoli detriti marrone chiaro o scuro sui filtrini (quando escono) o nelle ipotesi peggiori nell'impianto. Prima causa la durezza, vale a dire la presenza di calcare ed altre sostanze cosiddette "pesanti" che se non vengono fatti precipitare o filtrati creano enormi disagi alla rete; senza ancora parlare di potabilità.
I problemi dell'impianto termico, o di riscaldamento nel caso di caloriferi o riscaldamento a pavimento, sono raggruppabili insieme a quelli di climatizzazione invernale/estiva in generale, incluso caldaie e climatizzatori.
Tuttavia i disagi che possono avvenire in un impianto di riscaldamento tradizionale sono quasi sempre legati all'elettronica (ossidazioni, corto della scheda, etc.) oppure deterioramento temporale ..che a nostro avviso è molto molto generico, sebbene riconducibile a due fattori principali:
- mancanza di manutenzione;
- non conformità di installazione.
Entrambi i fattori creano sporcizia ed invecchiamento precoce, vediamoli..
Lasciare che sia sempre la stessa acqua a girare nei caloriferi (talvolta vecchi) per anni, evitare i controlli periodici o peggio ancora le pulizie regolari di caldaia possono essere determinanti per la creazione di residui calcarei ed ossidi soprattutto nelle parti più strette e sottoposte a maggior calore rispetto a tutto l'impianto, in buona sostanza dalla caldaia in poi.
La situazione errata in cui si trovano apparecchi e/ dispositivi termici e dove non vi sono le norme che ne consentono l'esercizio possono creare comportamenti anomali del sistema intero di riscaldamento, parliamo di anomalie quali blocchi della caldaia, mancanza o scorretta distribuzione del calore o peggio ancora dell'acqua calda.
Qui facciamo un piccolo passo indietro, anche verso gli impianti sanitari, perché il fatto che arrivi poca acqua calda solo in doccia potrebbe non dipendere da apparecchi, caldaia o scaldabagno.
In poche parole se si tratta solo della doccia, spesso anche la più "lontana" dagli apparecchi termici, è difficile pensare che appunto la caldaia o lo scaldabagno possano in qualche modo "decidere" o come dire, "essere discriminanti" verso la doccia in fatto di partenza o no della fiamma. Difficilmente gli apparecchi decidono di partire per alcune utenze e per altre no, qui c'entra qualcos'altro..
Potrebbe essere colpa di qualche componente interposto e/o sporco tra doccia e apparecchio oppure l'impianto.
Se ti ritrovi in una di queste situazioni elencate potresti aver bisogno di un risanamento idraulico, più comunemente conosciuto come Lavaggio.
Il lavaggio che Idraulico In effettua nelle città della Brianza è molto spesso un risanamento da calcare, con una pulizia a mezzo di solventi specifici e personale qualificato e con esperienza nella lavorazione specialistica di lavaggio della rete sanitaria.
Si andrà quindi a rimuovere tutta la ruggine ed il calcare ad un certo stadio, sciogliendo e successivamente proteggendo l'interno della tubazione.
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Il lavaggio impianto di riscaldamento è molto più semplice ed intuitivo, ovvero si provvederà a lavare con pompa esterna e solventi a freddo con viraggio di coore (che ci dicon quando il solvente è esausto), in pochissime ore e con risultati sempre termoispezionabili (prima e dopo). Approfondisci qui.
Se sei di Monza o della Brianza ti raggiungiamo in giornata GRATUITAMENTE per verificare lo stato del tuo impianto e verificare eventualmente la tenuta, dunque la fattibilità.
Hai una circostanza in cui ti ritrovi, molto simile o con alcuni particolari differenti?
Il nostro miglior termoidraulico ti risponderà per aiutarti.
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Idraulici di Milano intervengono quotidianamente su impianti con problemi di efficienza, sia su impianti sanitari che impianti termici con caloriferi, a pavimento, impianti del gas.
I casi esaminati con necessità di pulizia, prendendo come riferimento quelli risolti a Milano (MI) città, dai nostri tecnici per impianti sanitari, abbiamo pensato di mettere per iscritto problema e soluzione, descrivendo dettagliatamente l'uno e l'altra.
Il lavoro quotidiano dei nostri tecnici specializzati nella pulizia di tubazioni in questo caso servirà per aiutare l'utente a capire ed interpretare il tipo di trattamento in base allo stato reale dell'impianto idraulico (o scartare alcune ipotesi) per calcolare già ad un primo approccio, quanto può migliorare il coefficiente di rendimento.
In questa foto la descrizione del problema di poca portata presente nella vecchia tubazione in ferro di un bagno parzialmente ristrutturato a Milano, dove, per motivi di "decoro" si sono dovuti conservare alcuni ambienti e gli impianti che li attraversano, quasi tutti a parte quelli della stanza da bagno di per sè.
Lo stato generale dell'impianto era abbastanza deducibile tramite le foto che il cliente aveva effettuato in fase di ristrutturazione. I tubi in ferro erano in buono stato anche se evidentemente datati (oltre 30 anni).
Il problema è stato localizzato sulla tubatura, a seguito di rilevazioni termiche e delle uscite di acqua calda sanitaria, la caldaia era in blocco per alta temperatura, questo è stato un elemento rilevante in concomitanza con la scarsa acqua calda che arrivava (poca quantità) in doccia, infatti spesso è a partire dalla caldaia che si aggrava la situazione... Per questo motivo si procederà sicuramente ad un trattamento di risanamento e di conservazione con filtro a partire dalle tubazioni in ingresso appartamento dell'acqua potabile fredda sanitaria.
In questo intervento è stato fondamentale procedere direttamente con lavaggio a solventi che ha sciolto i cristalli di ruggine e calcare formati all'interno del tubo, evitando movimenti bruschi con pressione inversa o controlavaggi ad alta pressione che in questo caso appunto avrebbero compromesso ulteriormente l'impianto, portando altri detriti solidi alle estremità che, come il rubinetto della doccia, tendevano ad erogare poca acqua.
Ci sono vari motivi per cui un impianto può ostruirsi, ecco un esempio riferito ad un intervento idraulico eseguito a Milano.
Nei prossimi paragrafi racconteremo altre situazioni analoghe, con differenti soluzioni.
Questo fenomeno avveniva anche a rubinetti scollegati e dunque si trattava di ostruzione nell'impianto. Inutili ma da citare per dovere di cronaca, le altre operazioni di altri idraulici che avevano precedentemente scollegato apparecchi (scaldabagno-caldaia) per effettuare tentativi, evidentemente vani.
Ogni giorno i nostri idraulici operano sul territorio di Milano e Provincia, come in tutta la Lombardia per casi specifici, sempre inerenti a questo ramo di specializzazione tecnica.
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..Guarda anche:
Lavaggio impianto riscaldamento>>>
L'impianto idraulico del gas è una rete di tubazioni costituita e posata per condurre la fornitura di gas metano o combustibili simili, dal punto di consegna (contatore) ad apparecchi energetici che funzionano per combustione.
I dispositivi energetici più conosciuti che funzionano alimentati da una rete del gas sono:
- Il piano cottura (fornelli cucina);
- Lo scaldabagno a gas;
- La caldaia a gas.
In questa pagina parliamo del gas ed i suoi impianti, le ubicazioni obbligatorie delle condutture, secondo il luogo di installazione, il tipo di posa, materiali utilizzati, progetti ed allegati tecnici obbligatori. Tutte le domande ed i quesiti più frequenti, con le dovute risposte.
I gas come il metano (detto anche gas città), propano, gpl o butano ad uso civile (domestico) sono i combustibili fossili più utilizzati per gli impianti e reti di distribuzione domestica.
In particolare il metano si presenta all'utente con additivi che ne determinano il caratteristico odore, senza il quale non potrebbe essere percettibile all'olfatto umano, visto che per sua natura NON ha odore.
In ambito idraulico il gas può assumere varie forme e, che si tratti di gas metano, gpl o gas propano, verrà utilizzato ad una determinata pressione dinamica di conduttura che generalmente è molto più bassa di quella ad esempio dell'acqua, circa 0,4 bar, mentre l'acqua sanitaria supera (o dovrebbe) i 2,2 bar.
Ogni impianto o intervento su tubazione del gas DEVE essere SEMPRE ed OBBLIGATORIAMENTE CERTIFICATO ..e non solo, è fondamentale che superi la cosiddetta prova di tenuta secondo UNI 7129 ed UNI 11137. Guarda che cos'è, chi la fa e come si supera.
La rete impiantistica, sia civile che industriale, di conduzione del gas può essere di due principali tipologie, oltre ai materiali di impiego:
-interrato (sotto traccia);
-esterno (a vista);
Viene posato sotto terra o sottotraccia e solitamente rivestito, sia per legge, che ulteriormente per ragioni di sicurezza e/o di individuazione del suo passaggio nel terreno.
Il gas interrato può passare in casa purchè rimanga in un passaggio a terra nelle zone lungo le pareti perimetrali, ad una distanza massima di 15-20cm.
NB: il multistrato rivestito mai "a vista" o peggio ancora esposto a raggi solari....
Se l'impianto passa in un giardino o posti con possibile azione di agenti atmosferici in alcuni mesi molto critici bisognerà utilizzare il polipropilene ad una profondità minima di 60 cm con un'uscita all'esterno composta da un componente chiamato giunto di transizione con diodo elettrico, raccordo appositamente creato tramite la fusione di ferro e polietilene, appunto per transitare dal terreno all'esterno. Obbligatorio per normativa.
In tutti i casi, l'impianto del gas sotto-traccia va segnalato per non essere accidentalmente perforato o manomesso, in corso d'opera come nel corso degli anni per via del possibile decadimento in situazioni ambientali anomale o particolarmente critiche.
L'impianto del gas è considerato "a vista" e quindi esterno quando segue percorsi lungo un perimetro o parete (ad esempio il classico impianto domestico in rame che vediamo entrare nell'edificio ed arrivare fino alle utenze come piano cottura (rubinetto sotto lavello) e scaldabagno o caldaia, etc.
I tubi del gas esterno vengono posati a vista solo alla fine dell'ultima rifinitura degli intonaci delle pareti e sottofondi, poichè viaggiano sopra i rivestimenti finali (muro o piastrelle verticali).
L'impianto gas in questo caso è l'ultimo, prima dei "ritocchi" ad essere installato, ogni locale che "ospita" l'impianto del gas deve rispettare determinati requisiti, da distinguere bene (in fase di sopralluogo) rispetto a passaggi di attraversamento.
I materiali impiegati per la posa e l'utilizzo dell'impianto del gas sono il ferro, il rame (saldato o pressato), l'ottone, lo stagno e recentemente anche il multistrato (utilizzato solo interrato e non a vista).
NB: in tutti e due i casi i rubinetti di intercettazione per l'arresto del gas, in corrispondenza di utenze ed apparecchi energetici a combustibile, devono obbligatoriamente essere "a vista", raggiungibili facilmente ed in posizioni lontane da altre fonti di calore.
Trattiamo l'argomento parlando di:
inteso come impianto civile, tipologie di installazioni, normative, consigli e prezzi.
Nel disegno un esempio di installazione impianto interno-esterno, tutto a vista.
L'installazione di un impianto del gas avviene subordinatamente alle conformazioni ed idoneità dei locali interessati, di passaggio e nella messa in opera di tubi e rubinetti terminali per le utenze, secondo UNI 7129.
L'installazione di un impianto di gas domestico avviene secondo diversi criteri, dalla pinzatura di rame o multistrato, alla saldatura, assemblaggio tramite raccordi a stringere (ormai superati e fuori norma) oppure con filettatura (ferro/ottone); ogni materiale potrà essere posato sia "a vista" che "internamente" a seconda delle sue proprietà costitutive.
La messa in opera della tubazione cosiddetta "a vista" in un appartamento ne permette il controllo visivo, tuttavia deve rispettare normative differenti rispetto alla sicurezza, tipologia di materiale e locale in cui è posata.
Nel caso del gas sotto traccia viene usato un solo tubo (generalmente polipropilene o multistrato con guaina gialla) che va dalla partenza esterna con rubinetto a vista, all'utenza esterna con rubinetto a vista o valvola di intercettazione in ingresso appartamento.
Il tubo gas esterno viene posato in ferro, ottone, rame, acciaio inox rivestito (come ad esempio per allacciamento cucina).
Relativamente simile a quello interrato, come vedremo di seguito, con l'aggiunta di punti di passaggio da studiare anche a livello estetico, per cui si presuppongono quote ben precise in funzione degli apparecchi che si andranno ad allacciare.
Il costo del punto gas certificato è di circa € 300,00/400,00 più Iva.
In qualsiasi punto vi sia l'ingresso della tubazione gas domestica all'interno dell'involucro, è sempre OBBLIGATORIO il rubinetto che esclude tutta la rete domestica.
Inoltre per ogni utenza energetica (p.cottura, scaldabagno, caldaia, etc.) ci deve essere un rubinetto, una valvola di intercettazione per escludere il singolo dispositivo.
In particolare il rubinetto gas cucina, deve essere posto in una zona accessibile permettendo la chiusura del piano cottura, ad esempio sotto il lavello o con ispezione a portata di mano in luogo protetto da fonti di calore o elettriche.
Dimensionamento e verifica di tenuta delle tubazioni sono la prassi obbligatoria, di seguito alcuni esempi di situazioni di non conformità riscontrate in città come Milano e Monza Brianza.
Tutti i tubi e i rubinetti che vediamo in casa potrebbero non essere "a norma", devono per esempio avere la manopola gialla, tutte le altre manopole che sono vecchie o non riconoscibili vanno sostituite, soprattutto in appartamenti con oltre 40 anni.
Se l'appartamento è inattivo da oltre 24 mesi occorrerà sicuramente una prova di tenuta con rilascio di dichiarazione di conformità e requisiti tecnico professionali allegati per la riapertura, da consegnare all'ente fornitore unitamente al modulo a12 da timbrare. In una casa sprovvista di allacciamenti gas conviene sempre effettuare un sopralluogo per installazioni ed allacciamenti ex-novo.
Molti impianti esistenti presentano tubazioni in rame, le cui saldature abbiamo scoperto cedere in maniera leggera dopo i 50 anni di utilizzo, cosa che difficilmente avviene sottoponendo a sollecitazione impianti in ferro giuntati tramite filettatura.
Spesso troviamo ancora cucine collegate con tubi di gomma (che hanno anche una scadenza lontana, acquistati nei negozi di ferramenta o grandi centri fai-da-te come Leroy Merlin, o Tecnomat) che purtroppo non sono più certificabili per la normativa attuale.
Più in basso vedremo i materiali con cui si può effettuare l'impianto, l'allacciamento del gas in casa, per piano cottura e dispositivi come scaldabagni o caldaie.
NB: ricordiamo sempre che l'idraulico deve essere abilitato alla mansione e rilasciare copia dei requisiti tecnici oltre che dichiarazione di conformità a fine lavoro.
Tutti gli idraulici che eseguono una posa di condutture del gas, generalmente considerano ogni utenza un punto.
Un punto gas vale responsabilmente ed economicamente di più, rispetto ad un punto acqua ad esempio.
Parlando di prezzo possiamo partire dalle 350€ in su a punto gas.
Maggiori saranno i punti gas e maggiore sarà il risparmio su tutto il lavoro diviso per i punti.
La prova di tenuta idraulica è la verifica di assenza di dispersioni nell'impianto gas.
Differenti le modalità di ricerca dispersione, come quelle conosciute "fai da te", tuttavìa la prova principalmente riconosciuta per gli idraulici che certificano è quella dettata dalla UNI 7129 oppure la UNI 11137.
Per legge è obbligatoria l'installazione di un rubinetto a valle dell'impianto (punto di partenza gas domestico) dotato di presa di pressione-prova impianto, alla quale collegarsi con una pompa detta appunto "prova-impianti" per tenere in pressione l'impianto, a rubinetti tappati (con tappo filettato in ferro) per almeno 100 mbar per 15 min.
Stiamo parlando degli impianti domestici più comuni quindi quelli in ferro, rame e multistrato che conducono gas metano/gas città.
NB: per tutti gli impianti del gas, ad oggi, non è più ammessa alcuna tolleranza in fatto di dispersioni.
Personale abilitato alla prova-verifica di tenuta e situazioni con obbligo di certificazione.
Per la sostituzione del tubo che collega il piano cottura (o cucina indipendente) al rubinetto del gas ooccrre chiamare un tecnico abilitato ai sensi del DM 37 del 2008, in particolare in possesso della lettera "E" sulla Visura Camerale, visura che deve essere aggiornata al massimo di 6 mesi.
Le società fornitrici del gas hanno l'obbligo di rilevare eventuali dispersioni, qualora interpellati per l'apertura, lo spostamento o la sostituzione del contatore del gas. Anche se interpellati in maniera urgente per una perdita, hanno il dovere di sigillare l'utenza in maniera irremovibile, a mezzo di sigillo.
A fronte di contatore chiuso, mancante o piombato occorrerà presentare il modulo A 12 con PDR (punto di riconsegna) prodotto dalla compagnia fornitrice, da compilare a cura del responsabile tecnico per dichiararne la corretta tenuta/assenza di dispersione, ai fini di riapertura o riattivazione.
E' anche vero che il fornitore del gas spesso e volentieri non è abilitato all'intervento di riparazione, si limiterà ad effettuare una prova di tenuta, quindi eseguirà una sigillatura, una riapertura o comunque un'intervento limitatamente a prima dell'utenza domestica, contatore e prima del contatore.
Successivamente un idraulico installatore potrà effettuare una prova di tenuta e ricercare la predita, ripararla e compilare i moduli (in genere il modulo A/12 o mod.E) assumendosi la responsabilità dell'ultima manutenzione effettuata, che sia una certificazione o soltanto una verifica di assenza di dispersioni, allegando dichiarazione e visura camerale aggiornata.
La fornitura del gas domestico (metano) avviene esclusivamente dopo la conformità dell'impianto, a seguito di una prova di tenuta impianto che deve eseguire un tecnico abilitato.
I passaggi per evitare lunghe attese sono obbligatoriamente sequenziali e contigui, nella fattispecie:
1) Richiesta di attivazione;
2) Verifica dell'ente fornitore
3) Verifica ed eventuale dichiarazione di conformità impianto da parte di termoidraulico;
4) Consegna documentazione ricevuta dal tecnico all'ente fornotore gas.
Occorre una dichiarazione di conformità - certificazione per attestare la corretta esecuzione di posa impianto in caso di spostamento.
Ecco i casi più noti.
A fronte di qualsiasi modifica o spostamento dell'impianto gas domestico, dunque oltre il contatore, l'idraulico è tenuto a rilasciare nuova dichiarazione di conformità;
ripetiamo: è sufficiente un nuovo allacciamento, una riparazione, anche una piccola sistemazione sull'impianto anche se non si modifica la destinazione d'uso, per netare di nuova dichiarazione, questo a differenza di altri impianti idraulici per i quali vi è molta più tolleranza in fatto di normative.
Per spostare (o meglio farsi spostare) il contatore occorre sicuramente una prima richiesta al fornitore che effettuerà un sopralluogo per verificarne la fattibilità ed i termini tecnico-economici.
In questo caso occorrerà interpellare un idraulico munito dei requisiti tecnico-professionali per il rilascio della dichiarazione di avvenuta prova di tenuta, prima dell'attivazione o del posizionamento del nuovo contatore. ATTENZIONE A QUESTA SEQUENZA DI PASSAGGI.
Piccole precisazioni per quanto riguarda lo spostamento del contatore, sulla base delle richieste degli utenti:
le motivazioni per ottenere uno spostamento o sostituzione del contatore possono essere di natura volontaria, come ad esempio per ristrutturazioni o questini di estetica, di natura imponibile per contatori da spostare obbligatoriamente ed a carico del committente all'esterno o a distanze minime ( min. 1,5m) da apparecchi energetici, a fronte di una ristrutturazione o nuova costruzione in cui esso si trovi all'interno del locale.
Il costo potrà essere addebitato al committente, esso varierà in base alla situazione di nuova fornitura, piuttosto che riattivazione di contatore esistente o cambio tipologia, come anche nel caso di nuovo contatore, tuttavia vi sono altrettanti casi in cui la sostituzione è gratuita e dovuta:
Se l'impianto non presenta alcuna perdita, (dopo aver interpellato un idraulico che ne verifica la tenuta) eppur si avverte odore di gas potrebbe trattarsi di una dispersione che avviene dal contatore stesso, i numeri non girano anche a rubinetti terminali chiusi e fuoriesce comunque l'odore, il contatore verrà sostituito GRATUITAMENTE dal fornitore.
Le società di fornitura, seguendo le normative attuali, sostituiranno i vecchi contatori, anche in caso di elevata inattività, a garanzia di eventuali future problematiche dettate dal deterioramento nell'ambiente esterno, infatti le recenti versioni dei contatori hanno delle classi di isolamento ed impermeabilità elevate.
In linea generale se il fornitore impone (o si impone) la sostituzione del contatore, essa risulta quasi sempre gratuita (salvo casi di spostamento volontario).
Come superare la prova di tenuta che effettua il distributore, spesso denunciandone la non conformità?
Contattando un idraulico che effettuerà la riparazione, possibilmente IDRAULICO ABILITATO - RESPONSABILE TECNICO che dopo aver sistemato e messo a norma l'impianto rilasci contestuale e completa documentazione che ne attesti anche la tenuta, destinazione d'uso e materiali d'impiego affinché la nuova fornitura venga attivata.
Un idraulico attrezzato è SEMPRE IN GRADO DI METTERE IN PRESSIONE UN IMPIANTO, utilizzando la pressione dell'aria o sistemi riconosciuti a livello europeo come misuratori di pressione, tubo di Torricelli, etc.
un tecnico è disponibile ORA!!!
Un dispendio eccessivo in bolletta o odore di gas possono essere sintomo di perdita.
Spesso capita di scoprire delle bollette del gas eccessivamente salate. Questo può essere sintomo di perdita, e quindi di dispersione, di gas che viene meno all'impianto senza che ce ne si accorga.... Più in basso vedremo dei metodi temporanei e delle misure di sicurezza da adottare in un primo luogo per non aggravare la situazione, anche se la prima cosa che consigliamo di fare dopo aver chiuso il gas, è sicuramente contattare un idraulico esperto in impianti del gas.
Molteplici anche sono i casi in cui ci si ritrova, contattando l'emittente fornitore principale o distributore e segnalando l'anomalìa, ad essere privati della fornitura.
Sentiamo spesso dire "mi hanno chiuso il gas", ora vediamo come evitare di dover pagare per la riattivazione e magari anche di dover obbligatoriamente corrispondere nuovamente certificazioni di tenuta del gas o di conformità.
Un metodo "fai da te" per individuare una perdita di gas su un'impianto esterno, oltre ad avvertire l'odore degli additivi immessi nel combustibile (perchè ricordiamo che per natura ed all'uomo il gas naturale è inodore), può essere quello di chiudere tutti i rubinetti collegati agli apparecchi a gas come piano cottura o caldaia, piuttosto che scaldabagno, in maniera tale da lasciare aperto (provare solo per un massimo di 2 min. a finestre spalancate) solamente quello di partenza del contatore, se in questo caso i numeri del contatore girano ugualmente, si tratta di una dispersione e quindi di perdita. Chiudere IMMEDIATAMENTE il rubinetto (il primo) dopo il contatore, ovvero quello che intercetta tutto l'impianto di distribuzione del gas, se non presente, direttamente il contatore.
Chiamare subito un idraulico abilitato per un primo consulto, oppure rivolgersi ai numeri del fornitore di gas domestico.
Fuga gas: chi chiamo se non sono sicuro?
In caso non vi sia la certezza, almeno da parte del committente o proprietario, dellla perdita, ecco
Tutto quello che sconsigliamo vivamente all'utente
Il contatore non si DEVE manomettere in nessun caso per ragioni di sicurezza e per via della norma penale.
Assolutamente NO!!! Contattare sempre il fornitore e prenotare un appuntamento, mai improvvisarsi o lasciar fare a chiunque, se non loro, l'operazione.
Se il gas è "piombato", vale a dire che il contatore è esistente ma c'è un sigillo di filo d'acciaio che una volta rotto, se si prova ad aprire, può attivarsi automaticamente un procedimento penale contro chi ha provato a manometterlo.
Nessuna modifica da parte di alcuno che non sia abilitato alla manutenzione ordinaria e straordinaria, mdifica o spostamento. Il rischio è di aumentare la perdita. Contattare un tecnico. Qualsiasi manomissione da parte di "incompetenti" è passibile di denuncia.
Utente avvisato...
Per individuare fisicamente il punto da dove esce il gas si potrà inoltre utilizzare dell'acqua saponata con un panno di carta imbevuto e vedere se si formano delle bollicine che si ingrandiscono.
Quesro metodo non è fra i consigliati appunto perché la cosa giusta da fare è chiamare una persona competente, potete divertirvi a provare con il gas chiuso, con la pressione rimanente fino ad esaurimento oppure, sempre a gas chiuso, soffiando da un terminale (rubinetto), dell'aria e serrando il rubinetto terminale a monte e poi a valle, prima di aver staccato la fonte di aria in pressione immessa.
ATTENZIONE a non usare fiamme o fiammelle per controllare.
Contattare sempre, almeno telefonicamente, un idraulico.
Innanzitutto per provare ad individuare la perdita di gas, prima di chiamare l'idraulico, si può controllare tutta una serie di situazioni che ci dicono se l'impianto perde e quanto....
Vi sono molteplici rimedi "fai da te", non certamente per riparare, ma quantomeno per individuare una dispersione di gas.
ATTENZIONE: noi idraulici suggeriamo sempre di interpellare un tecnico competente prima di intervenire, sicuramente qualuno ha certificato o dovrà certificare l'impianto. Dunque ricordiamo che vi sono dei responsabili e tecnici abilitati a questa mansione da interpellare in primis.
ATTENZIONE nel chiamare i numeri verdi della fornitura del gas, perchè può darsi che vi mandino subito un tecnico, per chiudere il gas o a sigillarlo, ma NON un idraulico a sistemare la perdita, intervento per il quale potreste ricevere un ultimatum in fatto di giorni per presentare una "prova di tenuta" dell'impianto del gas, successivamente alla riparazione. Quindi pagare due interventi idraulici.
Potreste appunto evitare di pagare chiusure e aperture della fornitura intervenendo con un tecnico abilitato di fiducia, il quale certificherà l'intervento e assicurerà la tenuta dell'impianto del gas.
Se questi non fosse reperibile per un consiglio, contattare immediatamente il fornitore gas domestico.
Al termine di qualsiasi intervento sulla rete del gas, che sia un'operazione di posa da ex-novo, di riparazine, di modifica qualsiasi o di costruzione nuova, è OBBLIGATORIO che l'idraulico che effettua l'intervento rilasci sempre regolare dichiarazione di corretta posa/installazione/allacciamento a regola d'arte e secondo le normative che sono due principali: UNI 7129 e UNI TS 11343.
La compilazione della certificazione di conformità attesta, unita alla visura camerale del tecnico, la corretta esecuzione di qualsiasi intervento sull'impianto del gas.
Recentemente è stata anche resa indispensabile per l'allacciamento della cucina e l'installazione e collegamento di piani cottura, scaldabagni elettrici ed a gas, caldaie a gas di ogni tipologia.
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>> Installazione impianto idrico
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Definizione: l'impianto termico è la rete a circuito chiuso che distribuisce, aggiunge o sottrae calore ad un ambiente, l'impianto termico può essere sia di riscaldamento che di raffrescamento.
Si definisce impianto termico qualsiasi impianto che funziona al di sopra del 5kW di potenza.
Questo circuito chiuso produce un determinato valore energetico secondo il suo dimensionamento, tipologia di esecuzione, ubicazione, isolamento termico e soprattutto in base al dispositivo ad esso collegato (caldaie, camini, stufe, etc), vettore energetico con proprie caratteristiche tecniche quali portata, pressione di esercizio, prestazioni e rendimento. Quest'ultimo fondamentale per la termoregolazione.
Il rendimento di un apparecchio è la capacità di resa, riutilizzo, sfruttamento del calore del combustibile o della fonte energetica primaria. Fondamentale da abbinare al rendimento degli impianti per adottare il sistema più adatto da implementare per l'edificio da riscaldare o raffrescare.
Avere anche solo un'idea di quello che EFFETTIVAMENTE occorrerà ad un involucro per essere riscaldato, ...potrebbe sorprendervi!!!
Il riscaldamento che troviamo nella maggior parte degli stabili in Italia ha come prerogativa principale il ricircolo di acqua o di liquidi specifici all'interno di un circuito chiuso, questo ricircolo viene costantemente riscaldato dall'apparecchio ad esso allacciato e fa sì che nell'ambiente da riscaldare vi sia sempre del calore "nuovo" che verrà ridistribuito.
Per riscaldare un appartamento o un edificio vi sono vari sistemi di riscaldamento, qui di seguito un elenco di quelli che andremo a sviluppare più nel dettaglio:
-) Riscaldamento tradizionale
-) Riscaldamento a pavimento
-) Riscaldamento a pannelli radianti a parete e a soffitto
-) Riscaldamento a ventilazione meccanica controllata
-) Sistemi a pompa di calore e combinati
-) Teleriscaldamento
-) Fotovoltaico e pannelli con accumulo destinati al riscaldamento
In molti degli appartamenti di tutta Italia possiamo trovare un sistema di riscaldamento come quello descritto nella figura, ovvero con una distribuzione del calore domestico tramite caloriferi (alluminio, ferro o ghisa) o termoconvettori.
Il circuito di riscaldamento ha un punto di partenza, che deve coincidere con quello di arrivo, la cosiddetta Mandata e Ritorno. (In figura è rappresentato uno schema semplificato al massimo di un sistema centralizzato di riscaldamento, ricordiamo che le recenti normative obbligano la costruzione di centrale termica esterna al palazzo o posta al vertice).
Questi punti fanno capo sempre ad un apparecchio energetico che chiude il sistema e che fa muovere il liquido nelle tubazioni attraverso un collettore, dei montanti e dei terminali diffusori come termosifoni, ventilconvettori, pannelli o condotti aria.
L'impianto di riscaldamento può essere di diversi materiali come il ferro, il rame, leghe speciali in plastica, multistrato, pexal e così via, a seconda della provenienza e dell'utilizzo più congruo all'esigienza di condurre meglio il calore. Dunque per far circolare l'acqua o il liquido del circuito termico in tutte le utenze il tipo di materiale utilizzato è importante in base alla sua conducibilità e capacità di accumulo di sedimenti nel tempo, secondo le caratteristiche del luogo in cui viene installato e i necessari impieghi, sempre varianti in potenza e grandezza.
Il riscaldamento a pavimento è un impianto a circuito chiuso controllato da caldaia o sistemi combinati a pompa di calore che viene posato al di sotto del pavimento e dell'ultimo massetto (quello più in superficie).
Il circuito di riscaldamento ha un sistema di distribuzione dell'acqua o liquido vettore che punta tanto sulla dissipazione di calore in punti strategici (come per i termosifoni sotto la finestra), quanto nella distribuzione uniforme del calore, a partire dal basso tramite uno o più collettori collegati alla mandata e ritorno di una fonte di calore, posti al piano.
Generalmente il riscaldamento a pavimento andrebbe tenuto ad una temperatura che va dai 20° a 40°C in condizioni di elevata dispersione termica nell'ambiente esterno, se si è costretti ad aumentare tale temperatura si è di fronte ad un sistema privo di isolamento o di termoregolazione, di cattiva distribuzione del calore che, se mai presentatosi in passato con gli stessi componenti esistenti, ha tutta l'aria di un problema di sporco creatosi nell'impianto, dunque dalle tubazioni agli apparecchi: guarda qui i rischi e le soluzioni per la pulizia degli impianti termici.
Le varie fonti energetiche che possono alimentare un sistema a pavimento sono molteplici, le più famose sono:
-) Camino
-) Stufa a pellet
-) VMC (unità di ventilazione meccanica controllata)
-) Caldaie e sistemi a biomassa
-) Caldaie ad altissimo rendimento energetico e bassissime emissioni
-) Caldaia a condensazione
-) Pannelli solari - fotovoltaico
-) Caldaia a pompa di calore
-) Pannelli radianti a raggi infrarossi
NB: il consiglio per chi possiede un impianto termico a pavimento è sempre quello di controllare l'efficienza, soprattutto nei casi in cui si superi la gradazione sopracitata, per via di problemi di ostruzione dovuti all'aumento di fenomeni di calcificazione e di formazione di alghe. Spesso è utile un semplice lavaggio chimico per prevenire o curare. Scopri quando è obbligatorio il trattamento chimico impianti.
Riscaldamento a pannelli radianti
Riscaldamento a ventilazione meccanica controllata: VMC
In termini tecnici definire un impianto termico vuol dire individuare o progettare un sistema "impianto-involucro" secondo il quale è possibile aggiungere o sottrarre calore (calcolabile), in campo idraulico con il termine "impianto termico" s'intende il circuito di climatizzazione invernale ed estiva di un ambiente.
Talvolta confuso col condizionamento che riguarda l'aria fredda condizionata, mentre nel caso in cui l'impianto ceda o sottragga calore dal liquido termovettore si parla di raffrescamento.
In tutti e due i casi si parla di climatizzazione degli ambienti.
Che si tratti di caloriferi, riscaldamento a pavimento, termo-convettori fancoil, infrarossi o pompa di calore, l'impianto termico si serve di un liquido appunto termovettoriale che cede o sottrae calore percorrendo l'ambiente nei punti più consoni.
Il criterio col quale gli idraulici posano le tubazioni dell'impianto di riscaldamento non è mai casuale, ogni sistema di riscaldamento costituito da qualsiasi componente richiede un breve ma fondamentale studio di tutti i valori energetici presenti nell'ambiente da riscaldare, poiché questi influenzano il rendimento del "sistema cas" per circa il 65%.
Aumentando o diminuendo, ad esempio, le dispersioni di calore causate da spifferi o prese d'aria, possiamo avere differenti risultati percepiti.
Ecco dunque che entra in gioco il termotecnico, ovvero l'idraulico che si occupa principalmente di valutare e dare un valore matematico a tutti i componenti energetici e fattori di isolamento, dispersione, umidità, volume ed orientamento dell'involucro determinando così, secondo la fisica termodinamica, la quantità di calore necessaria e sufficiente al massimo rendimento dell'impianto di riscaldamento o termico. Per Legge anche contro le stagioni con picchi estremi di temperatura, seppur eccezionali per quella zona.
La termodinamica è la branca della fisica e della chimica che studia come qualsiasi massa, in un contesto detto "macroscopico" si comporta in base a delle variabili termodinamiche o funzioni di stato come la temperatura, la pressione, il volume, la composizione chimica.
La termodinamica applicata in maniera coerente in un impianto termico di riscaldamento è fondamentale per la riuscita più ottimale della gestione di un ambiente salubre.
Per fare un esempio, la termotecnica, avendo studiato la termodinamica, può stabilire la quantità di elementi di un termosifone in una determinata stanza a differenza di un'altra che necessita di un diverso numero di elementi.
Secondo le ultime leggi inerenti, ovvero il Decreto legge 4 Giugno 2013 n.63, convertito in legge dalla Legge n.90/2013, modifica della definizione di impianto termico tutti gli apparecchi fissi come stufe, caminetti, sistemi di riscaldamento localizzato ad energia radiante, sono assimilati agli impianti termici quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al servizio della singola unita’ immobiliare e’ maggiore o uguale a 5 kW.
Per far sì che il fluido contenuto nell'impianto termico circoli e sia sempre in temperatura giusta troviamo vari dispositivi ed apparecchi atti alla produzione di calore tramite combustione (impianto del gas), elettricità come pompe di calore (a corrente), irraggiamento con sistemi elettromagnetici ad infrarossi.
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Sono gestiti da un apparecchio che produce calore tramite la combustione di materiale fossile come ad esempio le caldaie che funzionano a gas, o apparecchi che bruciano il carbone o ad olio, etc. Questi sistemi producono dello scarto di combustione che deve essere correttamente smaltito e certificata la corretta evacuazione a mezzo di rilascio di idoneità tecnica da parte dell'installatore (impresa installatrice).
Gli impianti termici per induzione sono gestiti da un componente che riscalda il sistema idrico energetico a mezzo di carburante "non comburente" ossia che non brucia e non produce fumi, esso infatti cede calore latente (necessario al cambiamento di stato) all'ambiente ceduto da altri dispositivi come ad es. i circuiti di riscaldamento collegati a pannelli solari o fotovoltaici.
La maggior parte dei sistemi di riscaldamento viaggia su questo principio, tramite scambiatori di calore e punti di accumulo, come ad es i condizionatori.
L'irraggiamento è ancora poco conosciuto, tuttavia possiamo affermare che si sposa molto con i nuovi sistemi di conduzione dell'energia fotovoltaica, dato che si tratta di pannelli radianti ad emissione di raggi infrarossi che viaggiano su onde elettromagnetiche e riscaldano le pareti perimetrali del locale.
I pannelli a infrarossi irraggiano infatti secondo una direzione ben precisa, per questo motivo è possibile posizionarli anche a soffitto perché restituiranno calore per irraggiamento in tutto l'ambiante riscaldandone il perimetro fino al pavimento.
Attenzione!!La risposta è sì, se con pompa di calore, come se fosse l'impianto classico domestico OBBLIGATORIAMENTE da targare. Soprattutto se non vi sono sistemi ausiliari o secondari di supporto.
Non sono considerati impianti termici i sistemi dedicati esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole unita’ immobiliari ad uso residenziale ed assimilate, come ad esempio scaldabagni elettrici e a gas.
La manutenzione della caldaia deve essere effettuata ogni anno, salvo diverse disposizioni prescritte dal costruttore, mentre la prova fumi deve essere effettuata ogni 2 anni per gli impianti con potenza inferiore ai 35kW.
Quindi la risposta è: sì, chi possiede una caldaia è automaticamente possessore di un impianto termico.
Tutti gli impianti che funzionano a combustibile devono essere controllati ogni 2 anni minimo, se dichiarati in grado di funzionare.
Per legge inoltre, devono essere controllati e, qualora non soddisfino determinati parametri come la durezza dell'acqua o la corretta circolazione dei fluidi nell'impianto di riscaldamento, oltre al controllo e pulizia della caldaia, bisognerà effettuare un lavaggio chimico dell'impianto di riscaldamento o dell'impianto sanitario.
L'idraulico che ha effettuato l'installazione di nuova caldaia unitamente ad uno dei lavaggi di cui sopra, rilascia una dichiarazione dei lavori eseguiti, il committente verrà sempre guidato per la detrazione fiscale.
IMPORTANTISSIMO contattare il Centro Assistenza della marca della caldaia dopo la sostituzione dell'apparecchio, entro 3 mesi, non solo per la prima accensione o collaudo, ma anche per il controllo fumi, ai fini di garanzia, quindi per il rilascio di relativa documentazione che ne confermi o neghi l'utilizzo corretto al CURIT ed al Comune di competenza, il quale ne prenderà atto e deciderà se effettuare ulteriori accertamenti nei casi di mancanza dei requisiti minimi consentiti.
Già, perchè ogni impianto termico di riscaldamento a combustibile ha un livello molto alto di pericolo se non installato correttamente, il Comune quindi ha il diritto di obbligare un residente alla regolarizzazione secondo la norma vigente addirittura a mezzo di scadenza repentina correlata a multe o sanzioni.
In ogni situazione esistente sarà possibile, grazie a videoispezioni e rilevazioni con termocamere o strumentazione professionale indicata, l'individuazione esatta di problemi di ostruzioni e otturazioni, malfunzionamenti o perdite dell'impianto di riscaldamento.
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Il D.Lgs. 192/2005, con le successive integrazioni e disposizioni regionali, rende OBBLIGATORIA la manutenzione periodica ed il lavaggio di tutti gli impianti di riscaldamento autonomi e centralizzati, secondo direttive del costruttore o se superano i 25 gradi francesi a livello di durezza.
La Gazzetta Ufficiale n. 132 del 10 giugno 2009, ha pubblicato l'adeguamento D.P.R. del 2 aprile 2009 n. 59, con il quale rendeva obbligatorio l'adeguamento degli impianti di trattamento dell'acqua nelle abitazioni, nel caso in cui il contenuto di calcare sia troppo elevato.
Questo trattamento dell'acqua coinvolge tutti gli impianti termici per la produzione di acqua calda sia ad uso sanitario che per il riscaldamento presso le nuove abitazioni o quelle realizzate a partire da giugno 2009; con una "durezza" dell'acqua pari o superiore a 25 gradi francesi.
Per gli impianti di riscaldamento centralizzati è fatto obbligo all’Amministratore dello stabile di chiamare a tempo debito il tecnico abilitato per la pulizia della caldaia, il controllo dei fumi (verifica di rendimento) e la verifica generale dell’impianto termico e del locale "centrale termica".
Ogni anno tutti gli impianti termici devono essere sottoposti a manutenzione, mentre la verifica del rendimento energetico della caldaia dovrà essere effettuata secondo le seguenti cadenze:
impianti fino a 35 kW => secondo le istruzioni indicate nel libretto di uso e manutenzione.
impianti da 35 a 350 kW => una volta ogni anno
impianti sopra i 350 kW => due volte all'anno
La sostituzione delle valvole di intercettazione di entrata ed uscita di un termosifone è da fare al momento giusto..
Spesso, durante una pulizia dell'impianto di riscaldamento o semplicemente durante una ristrutturazione, è necessario, ai fini di una maggiore resa termica e per condizioni di non conformità o malfunzionamento, un intervento idraulico di manutenzione per sostituzione della valvola e del detentore (valvola di ritorno generalmente posizionata in basso).
Vi sono casi in cui sia necessario per la presenza di "punti freddi" nei caloriferi o, peggio ancora, quando parte dei termosifoni in una zona grande della casa non funziona più, come nel caso degli impianti termici cosiddetti "ad anello" dove il ritorno di un calorifero corrisponde all'ingresso (mandata) del successivo e così via, creando un problema di scarsa o nulla diffusione del calore per interruzione del completo ritorno alla caldaia.
Se l'impianto termico è autonomo si potrà procedere in qualsiasi momento, senza interpellare l'amministratore condominiale, senza necessità di svuotamento dell'impianto centralizzato e soprattutto senza ulteriori costi aggiuntivi da parte del condominio.
Nel caso di appartamento in condominio con riscaldamento centralizzato impiegheremo maggior tempo per gli accordi e disposizioni della manutenzione termica dell'intero stabile.
In ogni caso il lavoro dell'idraulico non durerà più di una giornata.
I nostri tecnici impiegati in questo tipo di mansione eseguono questa operazione a partire da € 80 per calorifero.
La cifra comprende l'uscita, il lavoro idraulico, la fornitura di valvola, detentore ed eventuale valvolino di sfiato.
La cifra potrà variare in base alla mole di lavoro per la rimozione dei caloriferi in ghisa, delle modifiche e/o spostamenti per la creazione di nuove valvole se si cambia tipo di radiatore.
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- Lavaggio impianto riscaldamento
- Installazione impianto idraulico
Siamo Centro Assistenza Autorizzato "Sylber" e "Beretta" ed installatori di qualsiasi tipologia di caldaie e scaldabagni.
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